I cicli e le fasi del sonno: questi sono i meccanismi che regolano il nostro riposo di ogni giorno, ma quanto veramente a fondo li conosciamo?
Oggi vi vogliamo portare in un viaggio verso il sonno profondo, facendovi conoscere quali sono le fasi che tutti noi attraversiamo ogni notte, aiutati anche dai prodotti Wool Service.
Innanzi tutto, cominciamo con il dire che le fasi che solitamente attraversiamo durante il riposo si ripetono più volte durante la notte, e costituiscono perciò dei veri e propri cicli (il che vuol dire, per chi di voi non resiste agli spoiler, che ogni giorno attraversiamo più di una fase REM, ma ci arriveremo più tardi).
Molti di voi, già che l’abbiamo nominata, sapranno di sicuro in che cosa consiste la fase REM del sonno, ed infatti le fasi si dividono in REM e NON REM. Non spaventatevi: è molto semplice, una volta chiariti questi punti fondamentali.
Il sonno presenta un’alternanza regolare di fasi non-REM e REM costituita da cicli di durata simile tra loro. Dopo esserci addormentati, passiamo progressivamente dallo stadio 1 del sonno non-REM allo stadio 2, dopodiché passiamo allo stadio 3 o allo stadio 4 e quindi, tra i 70 e i 90 minuti dopo l’addormentamento, si verifica la prima fase di sonno REM che dura circa 15 minuti. Alla fine della prima fase di sonno REM si conclude il primo ciclo che dura all’incirca dagli 80 ai 100 minuti: un intero ciclo del sonno, dunque, ri sviluppa in un’ora e mezza circa.
FASE 1: in questa fase preliminare del sonno, si riscontra un calo marcato dell’attività alfa: le onde o ritmo alfa (8-13 Hz) sono caratteristiche delle condizioni di veglia ma a riposo mentale, tipiche, per esempio, di un soggetto che, pur sveglio, stia riposando solamente chiudendo gli occhi. Durante la prima fase del sonno, i movimenti degli occhi sono ancora presenti ma lenti. In pratica, è il momento in cui ci troviamo nell’anticamera del sonno.
FASE 2: Nello stadio 2 è presente una attività di fondo di tensione relativamente bassa, con frequenza variabile ma vicina alle onde theta (3–7 Hz). Lo stadio 2 è caratterizzato dalla presenza di due componenti, i cosiddetti complessi K e i fusi del sonno: questi ultimi due elementi sono sistemi messi in opera dal nostro cervello che inibiscono le elaborazioni non necessarie, favorendo il passaggio ad uno stadio di riposo più elevato.
FASE 3: in questo stadio il tono muscolare in questo è lievemente ridotto e i movimenti degli occhi praticamente assenti. È il momento in cui cominciano a svilupparsi le onde delta, che portano il nostro riposo ad una fase più profonda e inconscia.
FASE 4: come accennato, questo stadio del sonno che si manifesta a circa 20 minuti dall’inizio del nostro riposo, è caratterizzato dalla presenza massiccia di onde delta. Le onde delta sono caratterizzate da una frequenza compresa tra 0.5 e 4 Hz, e costituiscono la propulsione del nostro cervello per entrare in un sonno più profondo. Infatti, queste onde non sono presenti in condizioni fisiologiche nello stato di veglia nell’età adulta, sebbene siano predominanti nell’infanzia e inoltre compaiano nell’anestesia generale. Sono tuttavia una caratteristica peculiare dello stadio successivo: il sonno REM.
REM: lo stadio rem prende il nome dai movimenti oculari rapidi. Questa fase è caratteristica per la paralisi dei muscoli (per evitare di mimare i sogni) e perché è quella in cui si verificano prevalentemente i sogni. Il cervello consuma ossigeno e glucosio come se fossimo svegli e stessimo svolgendo un’attività intellettuale. Se ci si sveglia in questa fase si è perfettamente orientati. Durante questo stadio la pressione arteriosa aumenta e subisce sbalzi, la frequenza cardiaca aumenta insieme alla frequenza respiratoria che si fa più irregolare, inoltre è in parte compromessa la termoregolazione.
Il sonno REM è raggiungibile mediamente dai 20 ai 40 minuti circa dall’inizio dell’addormentamento e viene ripetuto più volte durante un lungo sonno, ad esempio quello notturno, ed è questo il tipico sonno onirico durante il quale si sviluppa il sogno.
Il nostro corpo è una macchina perfetta, le cui complessità molte volte ci sfuggono. È tuttavia necessario cercare di capire i suoi funzionamenti e le sue dinamiche, per aiutarlo a farci vivere nel miglior modo possibile. È per questo che affianchiamo le buone abitudini agli strumenti che la scienza e la ricerca ci mettono a disposizione. Se poi il risultato è un riposo firmato Woolservice, allora non avete niente da temere.
Buonanotte!